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Pensieri di luce di Matteo Nassigh

Vita a rotelle di uno con le rotelle pensanti

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Le mie montagne

Quando si pensa a un passaggio gigantesco come quello di uno sguardo che cambia sulla disabilità , ci si sente infinitamente piccoli e deboli (puoi leggere “Il cambiamento che io vorrei vedere”).

Facciamo troppa fatica a vedere la realtà del cambiamento, non vediamo la cosa davvero realizzata, ci sentiamo impotenti come formiche davanti ad una montagna. Rischiamo di rimanere immobilizzati dalla paura di non vedere il cambiamento in atto, vogliamo tutto e subito, non siamo in grado di attendere un tempo che ci sembra lontano. Trovare la forza di andare oltre la paura e la fatica, e di alzarsi e iniziare il cammino é uno dei passaggi piu complicati. Non facciamo ciò che vorremmo, ma tendiamo a fermarci. Invece, il primo passo é iniziare a credere che il cambiamento é gia in atto e in movimento. Poi si tratta di credere nei piccoli fatti, saperli vedere, compierli, guardarli e apprezzarli. Tutto ciò non è che la base di un lungo percorso che ci vede coivolti tutti, anche se non lo sappiamo o non lo vediamo. Siamo punti di una stessa linea di cui non vediamo la fine ma della quale é importante la tenuta nel presente.

Io non  nego che delle volte mi sento formica e che vedo montagne intorno a me, ma la mia vita non può essere vissuta da formica, non nel senso di disprezzo per un animale che porta pesi enormi, ma guardandolo come troppo piccolo davanti ad ostacoli. Tutti ci siamo sentiti formiche davanti a una montagna e tutti ci potremmo fermare e sentire la forza mancare.

Eppure, ci siamo anche sentiti leoni che vogliono conquistare un pezzo di vita che sia significativo per noi e per il resto del mondo. Io ora sono leone ma ho bisogno di essere supportato per sentirmi sempre così e ho bisogno di credere che tutti possano essere persone che lottano per la loro idea e non si fermano davanti alla montagna.

 

Liberi di essere se stessi

Io credo che la vita debba essere vissuta intensamente in qualsiasi condizione fisica ci troviamo, ma ognuno di noi sceglie se fare questo o no, perché noi possiamo scegliere se vivere in un certo modo oppure in un  modo completamente diverso.

Non dobbiamo credere che la vita non sia bella se non è quella che volevamo, siamo noi che possiamo cambiarla scegliendo come viverla, ma ciascuno sceglie e nessuno può dire: “hai scelto bene o hai scelto male”.

Siamo liberi di scegliere sempre, anche in condizioni difficili.

Nessuno può dire che la vita non vale niente, ma nemmeno dire che tutti devono pensare così, tutti sono chiamati a scegliere e io ho scelto la vita e non la mancanza di essa.

Io credo che tutti debbano essere felici, ma non sempre è possibile e molti non lo sono e chi dice che tutti devono esserlo per forza non permette di essere diversi, mentre io sono convinto che la diversità sia una ricchezza per tutti.

La forza dei sogni

Oggi è un giorno molto importante, perché io insieme a i miei amici cari che sempre mi hanno sostenuto, abbiamo firmato lo statuto e il verbale di costituzione che è alla base dell’Associazione “Nassigh per la Cura di chi Cura”.

Io sono molto felice oggi perché questo è un obiettivo che avevo e l’ho raggiunto, ora devo lavorare perché le mie idee possano essere capite da molte persone.

Io credo che nella vita bisogna avere sempre dei sogni da realizzare, altrimenti, non si ha uno scopo per cui lottare e tutto diventa faticoso. Io penso che i sogni siano quelli che ci tengono in vita quando le forze sono poche e i sogni diventano forza che sostiene e aiuta sempre e io voglio che i miei sogni diventino la forza che mi sostiene nei momenti di fatica e di sconforto, che in una vita come la mia ci sono e ci saranno sempre. Ma la forza dei sogni mi sostiene e mi sosterrà sempre e mi aiuterà a vivere con coraggio e passione per la vita.

Perché la vita è una stupenda possibilità di scegliere come viverla: lottando per i sogni o rinunciando ad essi. Io ho scelto la prima possibilità, ma non posso giudicare chi sceglie un’altra strada, perché siamo noi che scegliamo e nessuno può giudicare cosa scegliamo, perché noi siamo persone che sono libere di scegliere sempre e anche in condizioni difficili possiamo scegliere di continuare a sognare e a sperare che i nostri sogni diventino realtà.

Grazie.

Grazie a tutti quelli che mi hanno letto e mandato messaggi.

Io sono molto felice che il mio pensiero sia stato diffuso, perchè io non voglio che il pensiero rimanga chiuso ma deve poter volare in mezzo ai cuori e alle menti per portare luce a chi non spera più.

Non ho la pretesa di cambiare il mondo ma di portare un piccolo cambiamento si, io voglio lasciare il mondo un po’ migliore e vederlo un po’ migliore  vuol dire portare un pensiero di luce e di amore per la vita che io rendo visibile con la mia vita ogni giorno e con la mia incrollabile fede nell’uomo e in ciò che può essere, non in ciò che può fare.

IL CORPO PERFETTO A TUTTI I COSTI

Lo sport, soprattutto il rugby, mi ha sempre interessato, mi piace guardarlo in tv o seguire le competizioni di mio fratello.  Mi ha sempre colpito come il corpo umano sia in grado di migliorarsi sempre, fino a raggiungere prestazioni straordinarie, anche se, purtroppo la nostra mente e la cultura dello sport di oggi ci fanno credere di avere bisogno di sostanze speciali per ottenere risultati sempre migliori. Io credo che l’unica sostanza speciale di cui un atleta abbia bisogno sia l’amore di chi gli sta vicino e lo accompagna, dai familiari agli allenatori. Credo che un buon livello di sana autostima, libera dai deliri di onnipotenza, sia il miglior anabolizzante possibile, sentirsi amati e accettarsi per come si è, è, secondo me, l’epo del futuro. Effetti collaterali: gioia e serenità contagiose ad altissimo rischio per il ritrovato piacere di fare le cose perchè fanno stare bene e non per avere soldi e gloria.

Dosi speciali di sguardi di stima e di soddisfazione da parte di chi ti vuole bene, valgono molto più di dosi massicce di anfetamine e gli effetti sono reali e gratificanti senza rischi per la salute. E’ necessario recuperare relazioni positive nello sport come nella vita.

E’ triste sapere che per raggiungere un risultato, qualcuno, soprattutto i giovani, sia indotto a pensare che la propria vita valga cosi poco senza quel traguardo da metterla a rischio con sostanze dannose. Lo sport dovrebbe insegnare la sacralità del limite umano: chi ci ha creati lo ha messo per proteggerci, non ostiniamoci ad andare oltre le possibilità umane continuando a maltrattare il corpo che ospita il nostro spirito. Il limite esiste ed è necessario come l’alternarsi del giorno e della notte, non serve fare finta che non esista se non a farci del male.

L’uomo ha bisogno di giocare, fin da bambino, ma anche da grande, per divertirsi e per sperimentare il benessere di un gruppo solidale con cui raggiungere un obiettivo o con cui misurarsi per continuare a crescere, senza snaturarsi però.

Prima di cambiare la cultura sportiva, occorre ricreare una cultura del corpo sano di cui prendersi cura nella sua essenza e non solo a livello estetico, occorre riscoprire il senso della fatica e la gradualità nel raggiungere i risultati.

Il corpo perfetto

Avete mai pensato a quanto sia perfetto il corpo umano? Da quando veniamo concepiti non si prende mai una pausa, una vacanza ci accompagna sempre con costanza e amore. Quale cellulare, computer o macchinario puó funzionare per cosi tante ore di fila senza bisogno di essere spento o messo in stand by? Il corpo umano si spegne quando il suo tempo sulla terra é finito e lo spirito trova una nuova dimora.

Sono sempre colpito da come il corpo sia esaltato, spesso esteticamente, soprattutto nella cultura occidentale, con piercing, tatuaggi e chirurgie plastiche, diete e attività sportive con fini estetici più che salutisti, il cui obiettivo è di modificarlo, di renderlo bello secondo l’idea comune del momento senza apprezzare la sua bellezza e magnificenza per come è dal primo momento della sua esistenza.

Abbiamo bisogno di scriverci sopra, tagliare o modificare il nostro corpo per affermare la nostra identità ignorando la nostra essenza, la nostra anima, ció che ci rende unici senza darci alcun dolore fisico, ma che, anzi, soffre dei nostri maltrattamenti per inserirla in schemi di comportamento che ci fanno sentire accettati e apprezzati, ma spesso che ci privano della nostra individualità.

Chissà perchè ci ostiniamo ad usare il corpo come baluardo dei nostri messaggi, per comunicare aspetti della nostra vita che vogliamo rendere pubblici, chissà poi perchè, come se per ricordarci chi siamo avessimo bisogno di guardare un’immagine o rileggere una frase senza curare la parte interna di noi, la nostra anima, i nostri organi l’essenza di noi che è invisibile agli occhi ma che ci illumina e ci da vita.

Siamo tecnologicamente sempre più evoluti, ma sempre meno capaci di avere relazioni vere e profonde, soprattutto con noi stessi. Ci nascondiamo dietro a stili e modelli di vita, slogan e frasi fatte, ma siamo sempre meno capaci di guardarci dentro e di “stare” con noi stessi. Rimango a riflettere nel vedere come siano aumentati i reality, soprattutto quelli sulla sopravvivenza senza nulla o di sfida tra l’uomo e la natura o di cucina per i più casalinghi, ma in ogni caso, emerge sempre il bisogno di vedere la vita di altri, di straniarsi dalla realtà, costruirne una nuova secondo i nostri schemi senza accettare quello che ogni giorno ci viene donato sempre in fuga dalla realtà vera.

Io stesso a volte vorrei cambiare il mio corpo, ma posso solo allontanarmi con il pensiero, non posso modificare il mio stato fisico. Questo mi fa arrabbiare perché non posso essere autonomo e c’é sempre qualcuno con me che nel bene o nel male influenza il mio stato d’animo. Sono consapevole del fatto che il mio spirito ha scelto un corpo così limitato per dimostrare che i limiti sono solo nella nostra testa ma a volte è difficile convivere con questa consapevolezza.

Oggi però è una bella giornata di sole e io voglio lasciare un messaggio di speranza perchè la rabbia fa parte di noi ma non serve a costruire un mondo migliore, quindi amiamo il nostro corpo per ciò che è perchè se non ci fosse io non sarei qui a scrivere e voi a leggere.

Una nuova voce

La mia vita è molto bella perché ho molte persone che mi vogliono bene e mi aiutano moltissimo. Perciò non posso dire che ho una vita inutile e senza persone che mi capiscano  e non vorrei scambiarla con un’altra vita in movimento. Anche se a volte mi trovo a riflettere su come sia muoversi senza una carrozzina. Penso che sia molto scomodo camminare su due piedi anzichè su due ruote, il mio amico Simone è su una gamba sola perché si è fatto male ad un’unghia, io invece ho due ruote che al massimo si possono sgonfiare, ma papà le aggiusterebbe subito perché lui è uno che aggiusta subito tutto. Simone, invece, deve andare in giro con una stampella e non può correre, io invece si posso correre con la mia carrozzina, se uno mi spinge molto veloce. Poi penso che camminare sia molto scomodo per i piedi che si stancano e sudano, io invece ho i piedi molto freschi sempre e per niente sudati.

Poi mi sento molto amato perché mi aiutano in tutto, io non devo far niente solo dire se ho fame o sete e subito mi danno da mangiare o bere. Mi sembra una vita perfetta perché non mi sento mai solo, non ho mai paura di essere lasciato solo e c’è sempre qualcuno vicino a  me. L’unica cosa che mi manca è poter parlare, perché devo sempre usare la tavoletta o il computer per parlare e non tutti sanno come usarli, ma io non dico che tutti devono saperli usare ma che potevo almeno poter dire qualcosa con la voce per fare un pò di conversazione senza che ci sia un mezzo tra di noi.

Voglio provare dei nuovi modi per comunicare senza bisogno di qualcuno che sa leggere come io scrivo, mi sembra che ora sia venuto il momento per me di cambiare modo di scrivere, presto mi sentirete con una nuova voce che leggerà le  parole che io scriverò. Una nuova voce che mi consentirà di essere meno solo nei miei pensieri che sono sempre tantissimi e hanno bisogno di voce per essere comunicati a molte persone che voglio aiutare a stare meglio con loro stessi.

La fragilità non è una debolezza

Di recente ho avuto modo di riflettere sul tema della fragilità che già sentivo appartenermi molto. Io sono una di quelle persone che agli occhi dei meno esperti è assolutamente fragile, quasi di cristallo, da cui perciò stare alla larga per non fare danni.

Io invece mi ritengo una roccia, il mio spirito lo è. In ogni caso, credo che accettare e mostrare le nostre fragilità non sia sintomo di debolezza o motivo di presa in giro, anzi, è un punto di forza perchè significa che ci sentiamo amati a tal punto da essere liberi di essere noi stessi senza dover indossare maschere o corazze.

È molto faticoso indossare ogni giorno una corazza, è pesante da portare e soprattutto non ci permette di lasciar fluire le nostre energie come vorremmo. È molto più bello sentirsi amati per ciò che si è, perchè permette a noi stessi di accettarci per quello che siamo e vivere più sereni.

Le fragilità sono ciò che ci rende unici, ciascuno di noi ha un dono di cui è portatore, ma deve essere scoperto e mostrato solo a chi è in grado di guardare alle fragilità come ad una benedizione, sono ciò che ci preserva dal delirio di onnipotenza di essere padroni del mondo.

Ciascuno di noi dovrebbe essere custode delle fragilità dell’altro, prendersene cura in modo da permettergli di lasciar emergere il dono di cui è portatore. Più sembrano grandi le fragilità, più è grande il dono che nascondono, è il paradosso dell’amore. Un amore forte, imponente, spaventerebbe, invece un amore che si mostra fragile, limitato come ciascuno di noi, aiuta a sentirsi più vicini e a riconoscerlo come familiare, come qualcosa di raggiungibile e a cui affidarsi.

Io benedico le mie fragilità e vorrei portare questo nuovo sguardo nel mondo, permettere a ciascuno di sentirsi amato e in grado di guardare alle proprie fragilità come ad un punto di forza e non come a qualcosa da nascondere.

Vivere d’amore

Voglio scrivere ancora una volta dell’amore.

L’ amore è ciò che muove il mondo, è ciò che ci da ragione e forza di vivere. Il suo opposto è la vendetta, il rancore, ma anche questi non credo siano assenza di amore, piuttosto una risposta all’amore negato.

Noi siamo esseri d’amore, veniamo da esso e ad esso ritorniamo. Tutto ciò che sembra negare l’amore ed essergli lontano è solo la corazza di cui si riveste il sentimento ferito.

“Non di solo pane vive l’uomo” ma l’anima di solo amore si. Nessun uomo può vivere e crescere senza amore, il neonato, per quanto nutrito, se non è amato, va incontro alla morte.

A volte l’amore diventa possesso, potere, ma non è giusto dire che non sia amore, è solo un amore ferito che non sa più trovare il suo posto e, spaesato, si riveste di un altro abito cercando una propria collocazione.

L’amore è ciò di cui dio ci ha riempito, ne abbiamo tutti in abbondanza, dobbiamo solo scoprirlo. Ciò che ci permette poco a poco di scoprire che dentro di noi si cela un grande amore è l’amore degli altri. È l’incontro con l’altro che mi permette di trovare e sentire il  mio amore. Quando sono solo e rimango chiuso dentro alla mia sofferenza non riesco a vedere l’intensità di ciò che vive dentro di me.

Trovare il modo perchè tutti possano sentire l’amore è la mia missione. Non voglio dire che salverò il mondo, non è questo che posso fare ma vorrei poter aiutare il maggior numero di persone a diventare consapevoli. Non voglio fare l’impossibile ma voglio tentare il possibile. Devo guardare con gli occhi dell’amore soprattutto dove c’è dolore o sconforto.

Voglio poter far vedere che l’amore supera il limite dei limiti perchè questo è il senso del mio essere.

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